Le tre fedi parlano con una voce sola all’anniversario di Assisi

29/10/2013 

David Rosen

DAVID ROSEN

Rav. Rosen: "Se non vogliamo che le religioni siano parte del problema, devono essere rese parte della soluzione"

LISA PALMIERI BILLIG
ROMA

 
Il clima é quello di una riunione di famiglia (in armonia con la messa dedicata alla "Giornata della Famiglia", celebrata in quello stesso istante da Papa Francesco a San Pietro), più che quello di un incontro formale interreligioso. Le tre autorità religiose provenienti da Israele e Pakistan che hanno preso la parola all’appuntamento annuale di Assisi il 27 ottobre scorso, hanno comunicato tra di loro come tra vecchi amici – o come i cugini storici che in realtà sono.

"La pace in Medio Oriente" è stato il tema della manifestazione di quest'anno, in commemorazione dell’appello – rivoluzionario – alla preghiera interreligiosa che lanció Giovanni Paolo II nel 1986. Il programma dei Francescani di Assisi, per portare avanti la tradizione, é di concentrarsi ogni anno su di una diversa area del mondo.

S.B. Mons. Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme, Rav. David Rosen, Direttore Internazionale per gli Affari interreligiosi della AJC (American Jewish Committee) con sede a Gerusalemme, e il dottor Ejaz Ahmad, Mediatore Interculturale per la Caritas e membro della Consulta Islamica presso il Ministero dell’Interno Italiano, concordano sul fatto che è giunto il momento non solo di accelerare il dialogo ma di farlo seguire da fatti concreti, per superare i conflitti violenti che fanno appello a false giustificazioni religiose.

"La strada per la pace non è facile. Dobbiamo essere realisti. La comunicazione è molto importante. Nello spirito della fede in Dio dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare di influenzare i politici", ha dichiarato il Patriarca Fouad Twal.

Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, ha confessato di essere stato "profondamente commosso dalla bellezza di trovare riflessioni e preghiere condivise per la pace in Medio Oriente."

"Citare le Sacre Scritture di cristiani, ebrei e musulmani non é abbastanza”, ha aggiunto. “Bisogna dargli seguito con comportamento concreti, attraverso la carità nella vita di ogni giorno. Gli atti di terrorismo commessi in Siria e in altre aree del Medio Oriente non corrispondono ai precetti di alcun libro sacro. Abbiamo bisogno di misure concrete per dare credibilità alla collaborazione e al dialogo".

"E' importante che i politici capiscano che hanno bisogno di collaborare con le religioni sulle iniziative politiche che aiutino a superare i conflitti. La maggior parte dei politici di oggi non vogliono avere nulla a che fare con le religioni. Ma se non vogliamo che le religioni siano parte del problema, devono essere rese parte della soluzione", ha detto Rav. David Rosen.

"Non possiamo ignorare il fatto che i nostri testi vengono abusati", – ha continuato – "che vengono utilizzati nei conflitti come fossero armi. Tuttavia, rimane l’obbligo, verso le nostre tradizioni di fede, di argomentare in loro difesa, anche se il sottolineare le interpretazioni sbagliate non riuscirá a fermare coloro che abbracciano la violenza".

Il Dott. Ejaz Ahmad, convocato da Roma per sostituire il dottor Mohammad Sammak, Segretario Generale del Comitato Islamico-Cristiano per il Dialogo in Libano (vittima di una rapina a Buenos Aires che gli ha impedito di raggiungere l'Italia) ha detto di provare un "sentimento profondo" nell’essere stato invitato a far parte di "questo incontro di importanti personalità."

"Rav. Rosen, il Patriarca Twal e il Vescovo Sorrentino sono persone coraggiose e meravigliose", ha detto.

Riferendosi alle sua esperienze in Pakistan, sua terra natía, ha commentato: "Anche io trovo difficoltà nel parlare contro il fondamentalismo", ha detto. "Può essere pericoloso. Le organizzazioni terroristiche non sono deboli – sono forti come i governi".

"Abbiamo bisogno di una maggiore interazione tra le persone, non solo di vuote parole. Dobbiamo sederci a tavola insieme, conoscerci l'un l'altro, creare progetti comuni contro la guerra e il terrorismo", ha continuato. "Il dialogo è la nostra lunga mano per creare la pace nel mondo”.

Nel suo discorso di Assisi sul tema "L'amore al centro dell'esperienza religiosa", Rav. Rosen si é riferito ai principi espressi nel Talmud: "ricevere offesa senza risentirsi; ascoltare la condanna senza replicare, agire puramente dall’amore, e gioire anche durante le tribolazioni, quale test dell’amore puro"(TB Shabbat 88b; TB Soṭah 31a.)
 
"Il Talmud presenta Dio come se avesse una Sua propria preghiera, che è 'lasciate che il mio attributo della misericordia possa vincere sul mio attributo della giustizia.' Nella tensione tra questi due attributi divini, la compassione divina ha il sopravvento. E' attraverso una vita che coniuga giustizia e compassione – dove quest'ultima ha il sopravvento – che entrambe riflettono ed esprimono l'amore divino nel nostro mondo.

Gli esponenti delle tre fedi monoteistiche ad Assisi, quest'anno, hanno trovato la loro espressione in un terreno comune molto speciale e sperano di creare un baluardo contro le forze della distruzione che attualmente si nutrono di interpretazioni perverse dei loro testi religiosi. Alla fine della giornata, si sono salutati per tornare al loro impegno a favore della pace mondiale, e in particolare nelle zone in cui vivono.

Precedente Siria: è polemica tra i Patriarchi di Antiochia e Gerusalemme Successivo 30 ottobre. Da: I Quaderni del 1943 di Maria Valtorta